Maggio 2017
Intervista a Chris Pool (al centro tra l’Ambasciatore Usa e Luttwak). Esordisce subito dicendo che : …«Piccolo è bello, scriveva Schumacher. Nella nostra epoca, ormai quasi robotica, dovremmo renderci conto che le Pmi sono fondamentali perché sono il luogo dell’ azione economica e dei benefici sociali. All’ inizio del 2016, nel Regno Unito rappresentavano il 99,3% delle aziende private. L’ occupazione totale nelle Pmi era di 15,7 milioni di lavoratori, pari al 60% dell’ occupazione nel settore privato britannico. Negli ultimi anni nelle Pmi si sono creati tre volte più posti di lavoro che nelle 100 imprese più capitalizzate quotate alla borsa di Londra».
Nonostante questi dati, si parla esclusivamente di Borsa e di azionisti…
«Dimenticando che le Pmi sono importanti per l’ occupazione e per il valore aggiunto lordo, specialmente nei paesi piccoli. E sono importanti anche in Germania, dove realizzano un’ alta percentuale di valore aggiunto. Il Mittelstand, ossia il ceto medio tedesco a lavoro autonomo, è ben noto per le sue caratteristiche e per le sue aziende di livello mondiale. Lo stesso vale anche per gli Stati Uniti, dove negli ultimi decenni 30 milioni di Pmi hanno creato due terzi dei nuovi posti di lavoro. ».
Come si fa ad aiutarle?
«Noi abbiamo sviluppato un modo completamente nuovo di finanziare le Pmi che forniscono beni a grandi catene di fornitura: il finanziamento si basa sul merito creditizio del compratore, ma senza pagamento anticipato da parte del compratore stesso e senza alcun impatto sul suo bilancio, a fronte di un’ assicurazione contro i rischi. Il denaro è anticipato direttamente ai fornitori nel momento in cui ne hanno più bisogno – cioè all’ emissione dell’ ordine d’ acquisto – in ragione del 50% al massimo del valore dell’ ordine d’ acquisto».
Quali sono i vantaggi per il compratore e il fornitore?
«In questo processo il compratore partecipa con un ruolo critico, ma a costo zero e senza alcun impatto sul suo bilancio. Il fornitore paga un onere finanziario senza bisogno però di una garanzia né tantomeno di una fideiussione personale dell’ imprenditore. Per il fornitore ciò comporta un prestito senza garanzie, disponibile in tempi rapidi e con più flessibilità rispetto ad altre forme di finanziamento. È meno costoso del factoring, l’ anticipo fatture, che è possibile solo dopo l’ avvenuta consegna delle merci e la resa completa dei servizi».
Secondo lei così si può superare la difficoltà di ottenere finanziamenti bancari senza garanzie?
«Una tale forma di capitale potrebbe essere resa disponibile per nuovi lavori, consentendo ad esempio ai fornitori di imprese costruttrici l’ accesso a finanziamenti che le banche sono restie a concedere, in particolare in assenza di garanzie. Ciò aiuta le piccole imprese a diventare imprese di media dimensione, e durante questo processo le aziende assumono più lavoratori e favoriscono la crescita economica. Negli Stati Uniti e nella parte deindustrializzata dell’ Europa, ciò farebbe rinascere nei luoghi giusti i posti di lavoro di cui c’ è tanto bisogno».
Aiutare le Pmi significa bilanciare lo strapotere delle multinazionali che grazie alla globalizzazione dominano sempre più il mercato?
«Le Pmi sono spesso in difficoltà poiché non riescono a finanziare la loro crescita e non hanno la capacità finanziaria per affermarsi contro le aziende di dimensioni gigantesche. L’ acquisizione di una maggiore flessibilità per finanziare le loro attività le rimette in pista rendendole competitive. È un’ ancora di salvataggio. Inoltre, possiamo ottenere ciò a cui aspiriamo: un tasso di sviluppo più sostenibile e forte. E nel contempo più posti di lavoro buoni».
di Gianluca Savoini